COMPLOTTO 11/9:BUFALA?

di Catello MASULLO

La cosiddetta tesi complottistica sugli eventi dell’ 11 settembre, che propugna la tesi secondo la quale i celeberrimi  attentati siano stati autoprodotti dai servizi segreti americani, sta diventando sempre più di moda. Mi ha incuriosito al proposito un articolo apparso alcuni mesi orsono su  Diario, soprattutto perché  si tratta  un settimanale schiettamente di sinistra e non può essere quindi sospettato di essere filo-americano. Il titolo e sottotitolo di copertina non lasciano dubbi sulle convinzioni in materia del settimanale: “Il complotto dell’11/9? Una boiata pazzesca.” . La tesi del complotto dilaga su internet e approda in televisione. E’ seducente, misteriosa, fluida. Peccato che sia solo un ammasso di balle. Storia di un’inchiesta giornalistica che l’ha smontata, ma che non viene presa in considerazione. (anche “Diario” è pagato dalla CIA?”).

L’inchiesta cui fa riferimento DIARIO è quella condotta da “Popular Mechanics” , un giornale di divulgazione tecnico-scientifica che esce negli USA da 100 anni,  che due anni fa ha promosso un’indagine approfondita per analizzare le teorie complottiste che vorrebbero i mega attentati del 2001 opera della CIA. Sono stati impiegati 30 giornalisti che hanno intervistato 300 esperti. Il risultato, compendiato in un numero speciale uscito nel marzo 2005, è che nessuno dei teoremi dei dietrologi reggeva alla prova dei fatti. Per  alcuni dei punti più controversi, i risultati dell’inchiesta hanno portato a quanto di seguito riassunto. 

1)       MANCATO INTERVENTO DEI CACCIA MILITARI : I caccia si sono alzati in volo, ma non sapevano cosa cercare, dal momento che i terroristi spensero subito i trasponders, gli emettitori che consentono la identificazione degli aerei in volo. Ed in quel momento c’erano in volo nei cieli USA 4.500 aerei commerciali!

2)       CROLLO DELLE TORRI DOVUTO A MICROCARICHE ESPLOSIVE POSTE IN PRECEDENZA : i due aerei avevano ciascuno circa 40.000 litri di kerosene al momento dell’impatto, che brucia a 1100/1200 gradi. L’acciaio perde il 90% della propria resistenza già a 1000 gradi. Non è un caso che le torri siano crollate circa un’ora dopo l’impatto : è il tempo che resistono le vernici antincendio, dette “intumescenti”, che poroteggono le strutture metalliche. I più grandi esperti demolitori interpellati dalla rivista scientifica, hanno calcolato che per demolire le torri sarebbe stato necessario almeno 75 tonnellate di esplosivo da piazzare sui pilastri di acciaio dopo aver rimosso la vernice protettiva! Gli sbuffi che si sono visti sono dono l’effetto della espulsione d’aria dovuta agli incendi.

3)       PENTAGONO COLPITO DA UN MISSILE CRUISE E NON DA UN AEREO : centinaia di pendolari hanno visto con i propri occhi il Boeing schiantarsi sul Pentagono. I resti dell’aereo sono stati trovati numerosi tra le macerie. Gli esami del DNA sui resti umani hanno permesso di identificare quasi tutti i passeggeri ed i 5 dirottatori. Il foro relativamente piccolo nella parete è tipico dello sbriciolamento di metallo leggero contro una struttura in cemento armato bunkerizzato ed il corpo dell’aereo ha continuato a sbriciolarsi all’interno dell’edificio, lasciando penetrare solo le parti più pesanti, che sono state ritrovate, come il carrello. Le immagini delle telecamere sono poco chiare perché non erano dimensionate per riprendere con nitidezza un oggetto a 800 km/ora.4)       Nei prossimi mesi dobbiamo aspettarci una poderosa campagna mediatica che vedrà protagonisti i principali epigoni italiani del complottasti : l’eurodeputato Giulietto Chiesa, Dario Fo e Claudio Fracassi. E c’è da scommettere che in milioni ci crederanno. Perché le spiegazioni di meccanici ed ingegneri, pur difficilmente confutabili, sono molto meno affascinanti da percepire.  Io da ingegnere, mi schiero con gli ingegneri. Nel 2003 ho assistito ad un convegno scientifico tenuto nella facoltà di ingegneria della Università La Sapienza di Roma, durante il quale esperti italiani ed americani sono entrati nei più minuti dettagli sul cedimento strutturale delle torri. Fornendo una analisi scientifico/ingegneristica per me assolutamente convincente circa il fatto che il cedimento strutturale è avvenuto dopo un’ora circa di esposizione delle strutture portanti in acciaio alle temperature elevatissime del kerosene che bruciava.

Cioè quando le vernici intumescenti di protezione al fuoco hanno perso la loro efficacia, che dura appunto circa un’ora. I leaders delle schiere complottiste sono i seguenti (tra parentesi i siti in cui è possibile leggere le loro tesi e gli altri membri dei comitati) : 

Steve E. Jones, Brigham Young University.

(biografia: http://en.wikipedia.org/wiki/Steven_E._Jones )

James H. Fetzer,  University of Minnesota Duluth.

(biografia: http://en.wikipedia.org/wiki/James_H._Fetzer

Dalla lettura dei siti si apprende che il comitato dei complottisiti  è capitanata da un professore di fisica il cui articolo complottista è stato smentito da tutti i suoi colleghi,  tanto da costringerlo a ritirarlo e da un  professore di “filosofia”, seguono “cultori” di lettere classiche, economia, bio-ingegneria (da non confondere con “ingegneria”, che è cosa diversissima!), scienze aerospaziali, filosofia delle religioni, filosofia morale ed etica, movimenti paficisti, psicologia e scienze ambientali.

Insomma non c’è un solo professore di scienza delle costruzioni, un solo  esperto titolare di grande impresa demolizioni di edifici, un solo semplice ingegnere.

Mentre la conferenza cui ho assistito sullo specifico tema, sopra citata,  era tutta tenuta da eminenti cattedratici di scienza delle costruzioni di chiara fama, per intenderci di quelli che hanno chiamano quando stava per crollare la torre di Pisa.