FINANZIARIA E COMPETITIVITA’

di Catello Masullo 

La nostra Italietta continua a precipitare nelle classifiche mondiali della competitività, redatte dal World Economic Forum : scende dal 38-esimo del 2005 (che pure brillantissimo non era per una nazione che ritiene di essere tra i primi 7 paesi industriali del mondo), addirittura al 42-esimo posto! Perde quindi 4 posti : meglio di noi hanno fatto Ungheria, Lituania, Qatar, Tunisia e Barbados (Gulp!). Riusciamo, per un pelo, ancora a prevalere sull’India e sul Sud-Africa! In effetti più che crollare (il punteggio complessivo è diminuito solo dello 0.1%), sono gli altri che avanzano e noi restiamo al palo, ingessati ed impietriti. Guidano in vece la classifica dei virtuosi , nell’ordine : Svizzera, Finlandia, Svezia, Danimarca, Singapore, Usa, Giappone, Germania, Olanda, Inghilterra, Hong Kong, Norvegia, Taiwan, Cina, Islanda, Israele, Canada, Austria, Francia, Australia.

I principali fattori che in Italia ostacolano l’Impresa sono :- Inefficienze burocratiche (14.6%)- Rigidità del lavoro (13.97%)- Normative fiscali (12.94%)- Carico fiscale (12.22%)- Infrastrutture inadeguate (11.90%)- accesso al credito (9.60%)- Crimini e furti (5.08%)- ed altre cause minori. L’analisi è effettuata su 125 paesi e valuta un indice generale di competitività (sviluppato da Xavier Sala-i-Martin della Columbia University), basato su molti parametri. L’introduzione di nuovi parametri come sanità e scuola ha impedito all’Italia di piazzarsi dietro il Botswana, com’era successo nel 2004 (ari-gulp!). 

L’Italia eccelle per numero di cellulari ma è 122-esima su 125 per la burocrazia! E 121-esima per la situazione fiscale! Altro fattore fortemente negativo il debito pubblico, da anni sopra il 100% del PIL e addirittura in crescita negli ultimi anni. 

Di tutta evidenza il malato grave avrebbe bisogno della proverbiale cura da cavallo per far ripartire l’economia. E un barlume nel buio era apparso, durante la campagna elettorale :  il miraggio del “cuneo fiscale” da abolire che aveva promesso Prodi (con una scelta comunicativa molto infelice, incomprensibile per i più e che ha dato materia solo ai comici, con le prevedibili assonanze ai “cetrioli fiscali” e simili… : ma non era meglio parlare più semplicemente e chiaramente di “riduzione delle tasse sul lavoro”?).  E invece ne è uscita una finanziaria “solo tasse”, che , a parte Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi e CGL, ha scontentato proprio tutti. 

Non piace infatti:

 a)       a gran parte dei partiti politici, ivi compresi alcuni della maggioranza;

b)       all’autorevole governatore della Banca Di Italia;

c)       agli italiani in genere (mai visto un calo così repentino del gradimento nei sondaggi di Prodi e Governo, che in due mesi e mezzo sono andati letteralmente a picco!);

d)       alle agenzie internazionali di Rating (che hanno abbassato la classifica italiana di solvibilità nel pagamento dei debiti : cosa gravissima, dal momento che così si sono alzati i tassi di interesse da pagare sul nostro enorme debito pubblico, e indovinate a spese di chi? Sempre di noi ortolani…)e)       alla Confindustria

f)        praticamente a tutti gli economisti che contano (ad eccezione dei pochi che l’hanno scritta, naturalmente)

g)       e a Forattini , che, come al solito, meglio di tutti, con un tratto di matita ha icasticamente rappresentato un Prodi con il naso lunghissimo da Pinocchio (aveva spergiurato : “mai metteremo le mani nelle tasche degli italiani!”), burattino manovrato da un burattinaio dalle inconfondibili fattezze aristocratiche di Bertinotti! 

Non credo bisogna essere geni della finanza per sapere, che , sempre, in tutte le parti del mondo, quando si aumentano le tasse , immediatamente aumenta la evasione fiscale, diminuisce la voglia di investire, di fare impresa e di lavorare, aumenta la disoccupazione.

Mentre invece (come dimostrano le scelte liberiste dei paesi anglosassoni come Inghilterra, USA, Irlanda, Nuova Zelanda), appena hanno diminuito le tasse, è diminuita la evasione, l’economia ha ripreso la crescita ed è diminuita la disoccupazione, che è stabilmente dalla metà ad un terzo di quella nostra! D’altra parte se si dice che si aumentano le tasse solo ai ricchi, e poi si aumenta il prelievo fiscale anche a chi guadagna 40.000 euro lordi all’anno (cioè meno di duemila euro netti in busta paga mensile), si prende un grosso abbaglio. E se poi ci si mette Rifondazione Comunista a inondare l’Italia di manifesti dove si legge “Anche i ricchi piangano!” …. (Ma a quale genio della comunicazione si sono rivolti?).   

Catello Masullo