Il Rotary si impegna nella prevenzione delle malattie
Guido Franceschetti, Governatore del Distretto 2080 (Roma, Lazio e Sardegna) del Rotary International
Attualmente ne stiamo portando avanti due: per la prevenzione andrologica e ginecologica e per la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare. Sono entrambi a favore dei giovani e con la partecipazione dei Rotaractiani, un investimento sul futuro.
Faccio i miei complimenti a tutti i Club che hanno ottenuto le sovvenzioni distrettuali. C’è stato un po’ di ritardo, dovuto al passaggio dell’amministrazione da Evanston a Zurigo, però abbiamo corrisposto a tutte le richieste. Nel mese scorso ho continuato le visite nei Club, a un ritmo molto elevato, quasi quotidiano, ciononostante ogni visita mi ha coinvolto ed emozionato. Ogni volta è stata una scoperta, raramente negativa: ho trovato tanti bei progetti, impegno e concretezza, amicizia e condivisione, voglia di ripartire, di riprendere velocità e quota, di dimenticare i due anni di stasi e di nebbia. Ho incontrato anche Club Rotaract attivi e coesi, che interpretano efficacemente gli ideali del Rotary.
Ancora una volta insieme a Daniela ringrazio i Club e i Soci per l’affetto con cui ci hanno accolto, pienamente ricambiato da parte nostra, e per le emozioni che ci hanno regalato.
Si avvicina il Natale e la fine dell’anno, è il momento dei buoni propositi. Seguiamo l’esempio di tanti Presidenti e di tanti Soci che si impegnano a cambiare e a migliorare il loro Club, dopo la pausa e il disorientamento del COVID. Diamo tutti un contributo al Rotary, ponendo al centro il benessere del Club. Il Club è al di sopra delle divisioni e delle discussioni. Un Club amato dai suoi Soci è un ambiente di pace e di amicizia dove ciascuno ha il piacere di ritrovarsi. Il senso dell’appartenenza comincia dal Club.
Cari amici rotariani, insieme a Daniela vi auguro di passare un Natale sereno con i vostri cari, ricordando con malinconia chi non è più con noi, e un 2023 ricco di soddisfazioni e di pace. Di pace ha bisogno tutto il mondo perché le fosche nubi che coprono il nostro orizzonte finalmente si disperdano.
Auguri perché i vostri desideri si avverino.
Auguri di fare Rotary per bene, perbene e ancora meglio nell’anno prossimo.
Auguri. Di cuore.
Allegato, lettera di Jennifer Jones, Presidente Internazionale del Rotary International
Dicembre 2022
Mentre sono seduta con un gruppo di dirigenti del Rotary fuori Lusaka, Zambia, faccio una domanda: “Quanti di voi hanno mai avuto la malaria?”. Tutti alzano la mano. Cominciano persino a parlarmi della prima, seconda o terza volta che hanno avuto la malattia, una delle principali cause di morte e infermità in molti Paesi in via di sviluppo. Loro sono fortunati. Hanno accesso a cure mediche e medicinali salvavita. Per le popolazioni rurali dello Zambia, la storia è molto diversa. Su una panchina di legno in un piccolo villaggio, mi siedo con Timothy e il suo bambino Nathan. Con una troupe che riprende la nostra conversazione, mi racconta di quando Nathan ha mostrato segni di malaria. Portò il figlio nella casa di una vicina che era una operatrice sanitaria della comunità, dove Nathan ricevette rapidamente medicinali che gli salvarono la vita. Con calma, Timothy mi racconta dell’infezione di malaria dell’altro figlio qualche anno prima. Quel figlio l’ho dovuto portare in una clinica a più di 8 chilometri di distanza. Era in bicicletta con il figlio sulla schiena, mi dice, e poteva sentire le gambe di suo figlio diventare fredde e poi il suo corpicino che si afflosciava. Quando finalmente entrò nella clinica, gridò aiuto, ma era troppo tardi. La telecamera smette di girare e ci sediamo in silenzio. Comincia a piangere, e io lo stringo forte. “Ho perso mio figlio, ho perso mio figlio”, dice. Questa storia è fin troppo simile a quella delle famiglie che incontreremo nei giorni successivi. Eppure c’è speranza. Partners for a Malaria-Free Zambia è il primo beneficiario del Programma di grande portata del Rotary, e sta salvando vite. In due province dello Zambia, 2.500 operatori sanitari volontari sono stati selezionati dalle loro comunità. Vengono addestrati per avvicinare le cure mediche a coloro che ne hanno bisogno e sono in grado di diagnosticare e trattare la malaria e altri disturbi.
Dicembre è il mese della prevenzione. Da sempre, il Rotary è attivo nel mondo per la prevenzione e la cura di malattie. Il progetto di cui andiamo meritatamente fieri è la campagna mondiale per la eradicazione della Polio. Quando il rotariano Sabin mise a disposizione il suo vaccino rinunciando a brevettarlo perché il prezzo rimanesse basso, si aprì al mondo una nuova prospettiva e cominciarono le vaccinazioni di massa, che in breve tempo cancellarono la malattia. Ma non dappertutto. I Paesi che allora si chiamavano del Terzo Mondo rimasero esclusi. Avevano difficoltà per il costo (che per loro restava alto). I Paesi industrializzati che avrebbero potuto donare i vaccini con relativa facilità erano scoraggiati dalla mancanza delle infrastrutture necessarie localmente per la distribuzione.
Un Rotariano, Sergio Mulitsch del Rotary Club di Treviglio, Bergamo, mise a punto un sistema capillare di somministrazione del vaccino.
Con i fondi raccolti fra i Rotariani fu fatta nelle Filippine una campagna di sei milioni di vaccini che ebbe un completo successo. Questo successo (e altri immediatamente successivi) portarono il Rotary International a lanciare nel 1985 la campagna Polio Plus e nel 1988 a fondare con l’OMS e l’Unicef la Global Polio Eradication Initiative, il programma mondiale che è riuscito a ridurre l’infezione da centinaia di migliaia a pochi casi l’anno e mira all’imminente eradicazione completa.
Ma come risolse il problema Mulitsch? Trovò la soluzione utilizzando i Rotary Club presenti sul territorio e fra la gente. Questo permise di raggiungere le famiglie attraverso il contatto personale, approccio che permetteva anche di vincere la diffidenza, di trovare i bambini e di verificare gli effetti della vaccinazione, monitorando la nascita di eventuali nuovi focolai. Questo metodo è ancora alla base della vaccinazione antipolio, le stesse strutture sono oggi utilizzate anche per contrastare il COVID.
Questa storia è bella anche perché sintetizza le due anime del Rotary: l’estensione globale e la presenza locale che, messe insieme, possono ottenere risultati straordinari. Localmente abbiamo fatto ripetute campagne di prevenzione e di sensibilizzazione che hanno contribuito a migliorare la vita di tante persone, parlo in particolare dei giovani. Ma lavorare per la prevenzione, come per tutti i progetti dove c’è il coinvolgimento attivo dei Rotariani, ha anche dato valore a noi stessi: ci siamo trovati bene, abbiamo conosciuto meglio i nostri amici rotariani, abbiamo stretto nuovi legami. Lavorare sul territorio è bello come avviare iniziative in Paesi lontani. Ci fa credere nell’attività rotariana visibile, quella che ci mette a contatto diretto con la gente, ci fa conoscere all’esterno e contribuisce alla nostra immagine.
È importante farci conoscere, per ampliare le nostre possibilità. La comunicazione è importante, a cominciare da quella interna: la comunicazione interna è alla base di quella esterna. I nostri progetti sono tra i migliori al mondo, dobbiamo farli conoscere anche a chi non è rotariano. Per fare questo dobbiamo prima conoscerli noi!