UN CINEMA CON CARAMELLE GOMMOSE

di Marta Argento 

Quando mio cugino mi ha proposto di andare a vedere Eragon ero un po’ riluttante, insomma ero a pagina 134 del libro e non avevo nessuna voglia di farmi rovinare la lettura da un attorucolo biondino e belloccio, che ha come unico merito una faccia da angioletto da calendario per teen-ager. Ma non vedevo mio cugino da sei mesi e forse era l’unica occasione per stare un po’ insieme. Così ho deciso di rovinarmi il libro e ho prenotato due posti per lo spettacolo serale; scoprendo per altro, che è possibile prenotare i biglietti per qualunque spettacolo in tutti i cinema tramite un sms, cosa di cui ero totalmente all’oscuro.

   Qualche ora dopo ero immersa in una appassionante litigata con una elegante signorina in doppio petto blu, che sosteneva che non potevo entrare in sala con un pacchetto di caramelle gommose comprate fuori dal cinema, additando, per avvalorare la sua tesi di tutto rispetto, un cartello affisso all’ingresso della sala che recitava “vietato introdurre cibi e bevande propri”. Ma l’elegante signorina in doppio petto blu, forse ignorava che io non ho mai visto una prima visione senza un pacchetto di caramelle gommose, e che il bar del cinema ne era “temporaneamente sprovvisto”, quindi: non sapeva di dover desistere. Ma l’ha scoperto dopo qualche minuto.   

Così ho dovuto guadagnare il mio posto in sala alla luce incerta e soffusa della pubblicità di “manuale d’amore capitoli successivi”, di cui non mi sono potuta fare un’opinione essendo intenta a   seguire mio cugino che inciampava in tutti i gradini presenti in sala e, vi assicuro, ce n’erano molti. Guadagnati i nostri posti r5 e r6 sono riuscita ad inimicarmi le signore dell’r4 e dell’r3 aprendo con foga e in modo tutt’altro che silenzioso il mio pacchetto di caramelle gommose.    

   Ora, dopo la mia litigata quotidiana e con le caramelle gommose in mano ero davvero pronta! Da buona amante del fantasy sentivo una sottile eccitazione, la stessa che avevo percepito poco prima di vedere “Il Signore degli Anelli”. Non vedevo l’ora di essere catapultata in un mondo di draghi e duelli magici. Ma dopo un intenso quarto d’ora, in cui ho volato sulle ali della fantasia, la voce di Saphira, la possente dragonessa di Eragon che, come un drago in piena regola vola e sputa fuoco, la sua voce, dicevo, mi ha fatto precipitare dall’alto del mio volo di fantasie e sono atterrata dolorante sulla voce di Ilaria d’Amico. Se vi state sentendo degli ignoranti perché non conoscete la fortunata e senz’altro meritevole doppiatrice in questione non vi abbattete, ella non è altro che la conduttrice di un programma sportivo in onda la domenica (o forse il lunedì) su italia1.

Non vorrei sembrare polemica ma diciamo che la graziosa fortunata non aveva, a mio modestissimo parere, la giusta sfumatura vocale per poter interpretare un drago che vola e sputa fuoco, insomma ce ne sono di doppiatrici brave in Italia!!    Dopo venti minuti ero più che altro confusa.

D’accordo avevo letto solo 134 pagine ma perché tutti quei tagli alla storia? Certo nei fantasy, ma un po’ in tutti i films di avventura, si privilegia il lato spettacolare e si fa leva su scene di battaglie epiche e coinvolgenti duelli, ma notavo che la storia mi sfuggiva dalle dita, come le caramelle gommose che mio cugino continuava a rubarmi! La storia va via velocissima, in men che non si dica del giovane e impulsivo contadino non è rimasto nulla e prima di attaccare la quinta caramella, Eragon già ha i poteri magici di un vero Cavaliere.   

 Certo io adoro il fantasy e forse mi faccio coinvolgere troppo dalle storie, ma mi sembrava davvero troppo, troppo veloce. Ma soprattutto troppo superficiale, io avevo letto pagine e pagine di stati d’animo, di dialoghi profondi, di sentimenti, di paure e di scoperte in quel libro, ora vedevo battaglie e impulsive decisioni degne sì di un adolescente, ma non certo di un futuro Cavaliere. Il massimo è stata una Joss Stone (giovane cantante, per i non addetti ai lavori, e per chi da povero illuso pensa che nei films recitano ancora gli attori) con occhi vacui e gingilli poco probabili, che legge le carte anzi, meglio le ossa di drago, al nostro giovane biondino. Ora sono a pagina 374 e penso di aver capito che in una sola scena del film sono state raggruppate almeno quattro diverse tappe del viaggio del nostro eroe in altrettante città, e mentre aspettavo che Eragon si rimettesse in marcia già accadevano cose che sarebbero dovute accadere mesi dopo.  

Alla fine del primo tempo sono uscita dal cinema per guadagnarmi un altro pacchetto di caramelle gommose e far diventare verde di rabbia la signorina in doppio petto blu. Ma ero ancora fiduciosa nelle imprese del nostro cavaliere, la storia si presta alla spettacolarità, ma davvero speravo che il film fosse un po’ più profondo. Non solo una lunga e pesante sequenza di tappe, che hanno come unico scopo condurre alla battaglia finale. Insomma la storia è stata scritta da un quindicenne che è stato in grado di trasmettermi tantissime emozioni con le sue frasi su carta bianca, e con tocco delicato scrive di sentimenti che alla sua età mi domando come faccia ad avere così chiari.

Intreccia una storia complessa, scoprendo piano piano le sue carte, muovendosi con maestria tra draghi e magia, tra buoni e cattivi, dicendo e non dicendo, facendo capire ma senza rivelare troppo.   

 A metà del secondo tempo lasciavo che la storia mi scorresse davanti senza riuscire ad entrarvi dentro, e viene naturale il paragone con “Il Signore degli Anelli”, dove alla fine delle tre ore e mezza mi ritrovavo catapultata su quella poltrona rossa, con quel pacchetto vuoto di caramelle gommose stretto in mano e non mi ricordavo come ero entrata al cinema né a che ora. Era come se fossi stata proiettata dalla Terra di Mezzo in quella sala semibuia.  

  Ma ora invece non riuscivo a cogliere l’essenza del film e mentre Ilaria d’Amico si sforzava di assumere un tono di voce credibile, mio cugino mi aveva sottratto l’ultima caramella gommosa, complice il buio.    Quando le luci in sala si sono riaccese, ero strafelice di poter correre a casa a rendere onore a Paolini leggendo il suo bel romanzo, senza storpiature.    Chiaramente io esagero, e mi rendo conto di essere leggermente polemica (la signorina in doppio petto blu all’entrata del cinema penso sia d’accordo) il film è di per se ben fatto, gli attori sono bravi, gli effetti speciali egregi, la colonna sonora degna dei migliori  fantasy  e i costumi bellissimi, per non parlare dell‘ottima ambientazione, ma per quanto mi riguarda il libro meritava davvero di più.  

 C’è davvero poco dell’Eragon di cui ho letto in quella pellicola, poco dei suoi sentimenti e delle sue paure, delle sue ambizioni e delle sue scoperte, il film andrebbe forse intitolato in altro modo e allora sarebbe un bel film, ma con quel libro ha davvero poco in comune.  

È una storia coinvolgente, scaturita dalla fantasia di un quindicenne appassionato di fantasy, con un talento immenso, meritava più cura, più attenzione ai dettagli e meno pressappochismo.    Il problema grosso è che ora il fantasy va così tanto di moda che non potevano certo farsi scappare un’occasione come questa, i grandi produttori.  Così dopo aver scoperto l’ennesimo potenziale, in breve hanno cercato spettacolarità e forza, senza badare ai dettagli, agli sguardi e ai sentimenti che fanno di un film, un vero e proprio Film.  

Dopo “Il Signore degli Anelli” è stato aperto un filone e mentre Peter Jackson ha deciso di imbarcarsi in quell’impresa colossale soprattutto perché appassionato del fantasy, ora  è una moda e un business, un modo per far soldi, come la compravendita di cellulari su internet o gli investimenti in borsa.   

 Per quanti errori abbia commesso Peter Jackson  nella realizzazione del suo kolossal (perché tra i puristi di Tolkien, come mio padre, d’errori si parla) sono stati “errori” in buona fede e si percepiva una cura e un’attenzione al dettaglio, ma anche una passione in tutte le scene comprese le più banali. Ma il film del povero Paolini non ha avuto né cura né attenzione ai dettagli, non essendo  stato Eragon il primo  film fantasy del nuovo millennio.  

A tutti coloro che amano il fantasy consiglio vivamente il libro, a tutti coloro che amano il cinema e hanno gusti non troppo raffinati (quando si tratta di “americanate”) ma soprattutto a tutti coloro che non sono polemici quanto me, consiglio il film scorrevole anche se forse un po’ superficiale… ma ad una condizione: che abbiate un pacchetto di caramelle gommose con voi, e soprattutto un cugino che inciampa in tutti i gradini  della sala buia!!!!!   

Buona visione e buona lettura a tutti.  

Marta Argento