Il tempo intuito vagamente da scienziati antichi – Gerolamo Cardano, di Roberto Vacca, L’OROLOGIO, 19/5/2022 Il tempo – questa variabile ineluttabile – viene descritta, spiegata, misurata dagli scienziati attuali meglio di quanto sia mai stato fatto. Però, se proviamo a seguire le loro spiegazioni, ci troviamo spesso in difficoltà. Questo dipende dalla complessità delle spiegazioni quantistiche e dal fatto che non abbiamo esperienza di tempi minimi, come un picosecondo – un millesimo di miliardesimo di secondo. Impariamo a fare calcoli con questa unità di misura, ma l’immaginazione non ci aiuta. Non fu di grande aiuto a ragionare sul tempo nemmeno l’intuito di alcuni grandi scienziati antichi. Non mancava certo di intuito il pavese Gerolamo Cardano: polimata, medico e astronomo. Nel XVI secolo scoprì i numeri negativi, i numeri complessi (radici quadrate di numeri negativi) e come risolvere le equazioni algebriche di terzo e quarto grado; inventò un codice segreto indecifrabile, la bussola giroscopica e il giunto (“cardanico”) fra due alberi rotanti non allineati, ma angolati. Gettò le basi del calcolo delle probabilità e scrisse sue teorie sulla musica e sulla fisiognomica. Nel 1550 pubblicò “De Subtilitate”, una enciclopedia suddivisa in 21 parti in cui descrive in modi a volte oggettivi, a volte fantasiosi: vuoto, moto, luce, metalli e loro leghe, pietre, piante animali (anche generati dalla putrefazione), anima, intelligenza, spiriti, angeli, Dio. |