AGLI STATI GENERALI DEL VERDE I PINI NON POSSONO ENTRARE

COMUNICATO STAMPA
24 NOVEMBRE 2023

AGLI STATI GENERALI DEL VERDE I PINI NON POSSONO ENTRARE

Italia Nostra Roma, pur avendo eletto i pini ad una delle sue principali vertenze, non potrà parlare agli Stati generali del Verde. Nulla da stupirsi.
Parleremo dunque con due nostre Relazioni sullo Stato dei pini e sulle cure endoterapiche.

1 – Le cure sono state fatte.
Ma contemporaneamente alle deleterie potature, che indeboliscono gli alberi malati.
Questo aspetto e le modalità di raccolta, di stoccaggio, di trasporto del materiale di risulta delle potature lascia assai preoccupati, poiché non rispetta le rigorose “LINEE GUIDA GESTIONE MATERIALE RISULTA POTATURE PINI INFESTATI DA TOUMEYELLA” APPROVATE DAL COMITATO FITOSANITARIO NAZIONALE, nella seduta del 22 febb.23.
(Non più tardi di ieri avveniva per i pini di Ponte Flaminio).

2° – Allo stesso tempo la cura endoterapica è stata applicata ai pini di Roma, e di questo ci rallegriamo. Ma solo a metà. Le cure sono state portate sul campo in modo caotico e privo della logica, che dovrebbe portare a contenere la diffusione, curando in modo omogeneo e sistematico ogni settore.
In più lascia assai interdetti il riscontrare: su alcuni pini 2 applicazioni come si discerne dal numero dei buchi. Su altri una sola applicazione. Su altri ancora nessuna applicazione. Mentre i segni colorati applicati alla corteccia non sono comprensibili.
Mentre manca una catalogazione digitale accessibile dello stato di ciascun pino. Accessibile a tutti i cittadini (contro la trasparenza ed il diritto a conoscere).
I risultati di tale modo di procedere si possono leggere nelle due allegate relazioni.
Una sui pini del Centro Storico.
Una sulla situazione di tutta la città.

3 – Ancora dubbi provengono dalla roulette russa degli abbattimenti. Che a volte come nel recente caso del Ministero degli Esteri vedono abbattimenti parziali delle alberate in cui si lasciano i pini a inizio alberata, e qualcuno a metà strada.
Appare tutto orchestrato per non dare la sensazione di eliminare l’alberata, in attesa di riempire i vuoti con altre specie per cancellarla. Cancellarla anche progressivamente dalla mente dei cittadini. Vari gli esempi da portare.

4° – In tutto ciò va detto che alcuni quadranti urbani vedono situazioni di benessere complessivo dei pini.
Altre miserevoli distese di morte come a Monte Mario ed a Monte Antenne. Che si sono aggiunte al disastro del tutto incontrastato di Castel Fusano, nonostante le cure applicate agli esemplari più belli e svettanti lungo le strade, ora tutto morti. (Cure senza effetti!).

5 – L’Assessora esce da questo lungo tragitto amministrativo, bene, per aver dato inizio alla controffensiva e per aver stanziato i fondi per le cure per prima.
Non esce bene a causa delle modalità di applicazione delle cure nel campo concreto e sterminato della città per l’evidente carenza degli uffici smantellati progressivamente da un trentennio.

Ora il nostro richiamo all’applicazione delle cure con rinnovate energie, migliore organizzazione, maggiori controlli e regole di metodo imprescindibili è rafforzato dalle novità che giungono dal CREA.
L’ antagonista naturale alla Toumeyella parvicornis è stato scoperto.
Tra 2, 3, o 4 anni sarà disponibile con ogni probabilità.
Ora ogni pino lasciato al suo destino può essere considerato un vero delitto.
Poiché tra a breve, pochi anni, potrebbe tornare a donare alla città la sua presenza in pieno rigoglio di colori e bellezza ed in piene funzioni sistemiche contro le isole di calore e nell’apporto di ossigeno.

Qui si pone all’ Assessora una domanda imprescindibile:
“Che senso ha la sua affermazione sulla scarsa o nulla efficacia del Pino di assorbire CO2, che la ha portata a concludere che sarà del tutto escluso dalla ” Forestazione Urbana”? (assemblea II Municipio di 20 giorni fa).

Noi rispondiamo subito con il CREA che “il Pino è una pianta che costruisce i suoi tessuti, e la sua poderosa stazza sintetizzando materia organica a partire dalla CO2 (anidride carbonica) grazie alla fotosintesi e che quindi si tratta di affermazione infondata.

Alla Assessora Alfonsi noi diciamo, oggi, sia pur da una piccionaia emarginata, di ascoltare le voci delle tante associazioni e cittadini che guardano alla sparizione dei pini con amarezza profonda.
Che girano, fanno sopralluoghi, conoscono la realtà del territorio.
Da essi non può venire altro che una serie di contributi capaci di portare il Comune di Roma a vincere questa sfida.
Meglio loro che i tanti agronomi speditivi, e tanti amministratori che, ancora, per sanare i danni alle pavimentazioni stradali, non sanno fare altro che segare ed abbattere per sempre. Senza sapere, o voler sapere, che i rimedi ci sono da anni.