CENTO CHIODI

                                                                SCHEDA VALUTAZIONE FILM

                                                                 a cura di: Catello MASULLO 

TITOLO : CENTO CHIODI

REGISTA : ERMANNO OLMI

INTERPRETI PRINCIPALI : RAZ DEGAN

ORIGINE : ITALIA

DISTRIBUZIONE : MIKADO

DURATA: 92’

SOGGETTO : ALLEGORICO, ELEGIACO

In una università cattolica il custode, all’apertura mattutina successiva alla chiusura estiva, fa una scoperta agghiacciante: nella biblioteca un gran numero dei preziosissimi e rarissimi libri antichi e incunaboli sono sparsi per terra, aperti e irrimediabilmente violati, trafitti da grossi chiodi da carpentiere. Le indagini sull’accaduto individuano presto come sospetto del crimine il giovane insegnante di filosofia (Degan). Che in effetti si allontana con la sua auto sportiva e, arrivato al fiume Po, getta nel fiume le chiavi dell’auto ed il suo giubbotto con dentro il portafogli con documenti di riconoscimento, per simulare il suicidio. Comincia a vagare a piedi sulle sponde del fiume , fino a quando trova una vecchia casetta abbandonata ed in disfacimento. Poco a poco fa amicizia con la gente semplice del piccolo abitato vicino, che è affascinata dalla sua sapienza e dal suo naturale carisma. I vicini lo aiuteranno perfino a rimettere in stato abitabile la casupola. Quando arriva una ordinanza di sgombero per i luoghi di incontro sulle rive del fiume, realizzati molti decenni prima senza alcuna autorizzazione, la gente semplice si rivolge al colto nuovo arrivato per far ricorso. Ma occorre pagare una ammenda di 27.000 euro che la povera gente del posto non ha idea di dove trovare. Il professore tira quindi fuori la sua carta di credito, tradendo quindi la sua posizione. Viene catturato dai carabinieri, interrogato dai quali sull’accaduto in biblioteca, se ne dichiara “del tutto responsabile, ma non colpevole….!”.

Dalle note di produzione scritte dallo stesso Ermanno Olmi, si apprende che quello della specie sarà l’ultimo film di finzione cinematografica del maestro padano, che tornerà programmaticamente al vecchio amore per il documentario. Ci lascia pertanto con una sorte di film/testamento. Confermando tutte le riconosciute doti di poeta dello schermo. Con momenti di grande cinema elegiaco. Sceglie la forma dell’apologo, per lanciare un messaggio che aprirà non poche discussioni. Il sorprendente Raz Degan, a mo’ di moderno Messia, sceglie di vivere in povertà tra gente umile e genuina, raccontando loro le più famose parabole evangeliche. Ma, prima di farlo, distrugge i libri che hanno avuto tanto peso nella sua vita sino a quel momento, dichiarando espressamente che : ”…la sapienza del mondo è una truffa, Dio non parla con i libri, i libri servono qualsiasi padrone e qualsiasi Dio…”, e che : “…tutti i libri del mondo non  valgono un caffè con un amico…”. Messaggio forte, apparentemente a cavallo tra l’iconoclasta e l’anti-culturale. Ma va filtrato attraverso l’iperbole della parabola. Olmi ha fatto una operazione di semplificazione estrema anche nel linguaggio filmico. Con uno sforzo patente di rendere la lettura comprensibile veramente a tutti. Correndo il rischio di sconfinare in una fastidiosa didascalia. Ma lo fa da par suo. Con invenzioni visive mirabili e suggestioni elegiache.  

FRASI DAL CINEMA : “Lei fa parte di una organizzazione o gruppo terroristico?Si! Ho fatto parte del corpo insegnante!Ma non è reato.A volte, si!”. (Il maresciallo dei carabinieri e Raz Degan). “La verità e che la religione non ha fatto il mondo migliore. Guardati intorno, a cosa sono servite le verità scritte in tutti questi libri? A prenderci in giro l’un l’altro. C’è più verità in una carezza che in tutte le pagine di questi libri!”. (Il professore Raz Degan alla studentessa indiana, nella libreria di vecchi testi sacri). 

VALUTAZIONE SINTETICA: Due  stelle e mezza.

VALUTAZIONE: 

DA NON PERDERE  ****

INTERESSANTE  ***             X

DISCRETO **                         XDA EVITARE  *